conte e la maledizione della champions league
- opinionicalcistich
- 22 ott
- Tempo di lettura: 3 min
sconfitta pesantissima per il napoli, che non vive certo un gran momento anche in campionato. quella col psv è però l'ennesima conferma che antonio conte e champions league è un amore che non sboccerà mai. eccovi un po' di numeri e qualche opinione.

sembra davvero incredibile, ma antonio conte proprio non riesce a farsela piacere questa coppa dalle grandi orecchie.
ieri partita disastrosa del napoli: con tutte le attenuanti del caso che si chiamano infortuni e lucca fuori contesto, prendere 6 goal da una squadra di seconda/terza fascia, seppur interessante, in una partita da vincere per mettersi bene in classifica nella stagione del ritorno in champions league, non è certo un buon segnale.
il napoli viene da un'altra pesante sconfitta, quella a torino di sabato, in una partita altrettanto da vincere perché, in quel caso, considerando lo scontro diretto roma-inter e la partita difficile del milan con la fiorentina, poteva essere un turno favorevole per il napoli per consolidare il primato in classifica. e invece, complici i citati infortuni, pesantissimi, di hojlund, lobotka, mctominay e politano al rientro, il lungodegente lukaku e rrahamani, il goal di simeone ha lasciato qualche dubbio sulla reale profondità della rosa per sopperire alla mancanza dei titolari e lottare in più competizioni.
detto questo, l'occasione di psv-napoli è propizia per cercare di capire come sia possibile che antonio conte, un allenatore di assoluto valore, capace di vincere campionati anche con squadre non certo favorite ai nastri di partenza, in diversi contesti e, ultimamente, anche con un'interessante evoluzione tattica, vada così in difficoltà in champions league.
e queste difficoltà non sono da poco. facciamo parlare i numeri (fonte transfermarkt)
antonio conte ha partecipato a 6 edizioni (quest'anno è la settima) per aggiudicarsi il trofeo dalle grandi orecchie: solo nella prima ha raggiunto i quarti di finale, solo in 2 gli ottavi (nelle due esperienze inglesi, chelsea e tottenham) e per il resto solo eliminazioni alla fase a gironi (con juventus e inter, con le stesse rose con cui ha vinto i campionati comunque).
ed è impietosa la media punti: 2 il primo anno, poi 1, 1.50, 1.17, 1, 1.50 e 1 (quest'anno). medie praticamente da salvezza risicata.

una differenza abissale considerando che in serie a ha una media di 2.24 punti a partita e in premier 2.03.

"perché" chiederete voi? beh, se lo chiedono un po' tutti, conte in primis.
e qui andiamo nel campo delle opinioni.
conte è sicuramente un allenatore che pretende tanto dai suoi giocatori: un ritmo forsennato che è sostenuto da una profonda preparazione atletica, unito a un'attenzione tattica in cui è meticolosa la cura di ogni dettaglio. è pertanto ovvio che 38+minimo 6 partite (con la vecchia formula) di champions+coppe nazionali sono difficili da interpretare al 100% per i suoi giocatori.
è pur vero però che è praticamente impossibile trovare nei campionati dell'allenatore pugliese delle prestazioni disastrose come quella di ieri, perciò dei leciti dubbi vengono a tutti.
nel post partita di ieri conte ha dato la "colpa" ai troppi trasferimenti fatti in estate, qualche anno fa il problema era della neve (ricordate istanbul?), altre volte (nei primi anni di juventus) di una rosa non profonda. insomma, ce n'è sempre una per conte.
per noi è più facile di quanto sembri: il gioco di conte non è "europeo" o, meglio, non è efficace in europa come lo è nei campionati nazionali. perché? perché l'intensità, che è il suo marchio di fabbrica, è speciale per l'italia, dove ci si concentra solo sul tatticismo, ma al di là delle alpi è il minimo. in più, conte non è abituato ad avere troppi titolari, ossia punta solo su uno zoccolo duro ed è raro che dia fiducia a troppi elementi, che invece sono indispensabili a sostenere più competizioni.
ecco quindi che 6 (ora 7) anni di champions league così disastrosi non possono essere un caso ma fanno parte della carriera di uno degli allenatori sicuramente più vincenti e preparati del panorama mondiale. i tifosi e le dirigenze delle sue squadre se ne facciano una ragione: antonio conte, nel bene e nel male, è questo.



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